Author: | Enrico Vaime | ISBN: | 9788898689415 |
Publisher: | Wingsbert House | Publication: | March 31, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Enrico Vaime |
ISBN: | 9788898689415 |
Publisher: | Wingsbert House |
Publication: | March 31, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Fenomenologia del bevitore, si potrebbe definire
questo nuovo libro di Enrico Vaime. Ricordi,
episodi, riflessioni all’insegna del vino.
Il repertorio del grande autore c’è tutto.
Sketch comici di purezza assoluta: «Apertura
della bottiglia resa spettacolare da gesti più da
ginecologo che da oste. Prova dell’odorato. (…)
Fui colto da una curiosità per me nuova: me ne
uscii con un confidenziale “Beh?” che sciolse per
quel giudice scrupoloso, ogni riserva. L’eroico
sommelier emise il suo stupefacente giudizio,
sebbene a mezza voce “È una merda”, disse».
Momenti lirici: «Forse andrebbe smentita da
tecnici ed esperti, la diceria che vuole che
esistano persone che bevono per dimenticare . Io
penso che al contrario si beva soprattutto per
ricordare».
Divagazioni storiche: come nella descrizione
della differenza antropologica fra i potenti che
decidono i destini degli uomini davanti a un
bicchiere di vino e quelli che lo fanno davanti a
un boccale di birra. «Hitler (astemio) si finse
bevitore di Pilsen per rappattumare degli
irrequieti agitatori politici. Era astemio».
Memorie personali e allo stesso tempo storiche,
di un’Italia che non c’è più, come quei brindisi di
una volta nei dolci borghi collinari sulle rive del Trasimeno: «E partiva il brindisi:
“Piyate na ciuetta/sbattetela n’tol cerquone…” e qui l’assonanza e la tradizione
concludevano rispettando se non altro la rima: “… alla salute de sto gran cojone”».
Il messaggio finale, il motto, sembra essere: bere il vino consapevolmente, e non farsi
bere dal vino. Rifiutare cortesemente le mode e le pose. Lasciar prevalere, ancora una
volta, la filosofia vaimiana del non prendersi troppo sul serio: nel vino come nella vita.
Enrico Vaime (Perugia, 1936) è uno dei padri del varietà televisivo italiano (da Canzonissima a Quelli della
domenica, da Tante scuse e Risatissima) e teatrale, in ditta artistica con Italo Terzoli (per Garinei e Giovannini
hanno scritto Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina e altri successi).
Conduttore dal 1978 del programma radiofonico Black Out (Radio 2 Rai) e ospite fisso di Coffee Break fino al
2013, su La7 ha condotto Anni Luce, Omnibus Weekend. Ha al suo attivo numerosi libri, dal primo fortunatissimo
Amare significa… Storia d’amore all’italiana con Terzoli, ai best seller più recenti Quando la rucola non c’era, Era
ormai domani, quasi, I cretini non sono più quelli di una volta.
Fenomenologia del bevitore, si potrebbe definire
questo nuovo libro di Enrico Vaime. Ricordi,
episodi, riflessioni all’insegna del vino.
Il repertorio del grande autore c’è tutto.
Sketch comici di purezza assoluta: «Apertura
della bottiglia resa spettacolare da gesti più da
ginecologo che da oste. Prova dell’odorato. (…)
Fui colto da una curiosità per me nuova: me ne
uscii con un confidenziale “Beh?” che sciolse per
quel giudice scrupoloso, ogni riserva. L’eroico
sommelier emise il suo stupefacente giudizio,
sebbene a mezza voce “È una merda”, disse».
Momenti lirici: «Forse andrebbe smentita da
tecnici ed esperti, la diceria che vuole che
esistano persone che bevono per dimenticare . Io
penso che al contrario si beva soprattutto per
ricordare».
Divagazioni storiche: come nella descrizione
della differenza antropologica fra i potenti che
decidono i destini degli uomini davanti a un
bicchiere di vino e quelli che lo fanno davanti a
un boccale di birra. «Hitler (astemio) si finse
bevitore di Pilsen per rappattumare degli
irrequieti agitatori politici. Era astemio».
Memorie personali e allo stesso tempo storiche,
di un’Italia che non c’è più, come quei brindisi di
una volta nei dolci borghi collinari sulle rive del Trasimeno: «E partiva il brindisi:
“Piyate na ciuetta/sbattetela n’tol cerquone…” e qui l’assonanza e la tradizione
concludevano rispettando se non altro la rima: “… alla salute de sto gran cojone”».
Il messaggio finale, il motto, sembra essere: bere il vino consapevolmente, e non farsi
bere dal vino. Rifiutare cortesemente le mode e le pose. Lasciar prevalere, ancora una
volta, la filosofia vaimiana del non prendersi troppo sul serio: nel vino come nella vita.
Enrico Vaime (Perugia, 1936) è uno dei padri del varietà televisivo italiano (da Canzonissima a Quelli della
domenica, da Tante scuse e Risatissima) e teatrale, in ditta artistica con Italo Terzoli (per Garinei e Giovannini
hanno scritto Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina e altri successi).
Conduttore dal 1978 del programma radiofonico Black Out (Radio 2 Rai) e ospite fisso di Coffee Break fino al
2013, su La7 ha condotto Anni Luce, Omnibus Weekend. Ha al suo attivo numerosi libri, dal primo fortunatissimo
Amare significa… Storia d’amore all’italiana con Terzoli, ai best seller più recenti Quando la rucola non c’era, Era
ormai domani, quasi, I cretini non sono più quelli di una volta.