Author: | Stefano G. Azzarà | ISBN: | 9788868302160 |
Publisher: | Imprimatur | Publication: | August 27, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Stefano G. Azzarà |
ISBN: | 9788868302160 |
Publisher: | Imprimatur |
Publication: | August 27, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Mutamenti imponenti hanno favorito una forma neobonapartistica e ipermediatica di potere carismatico e hanno relegato molti cittadini nell’astensionismo o nella protesta rabbiosa. In nome dell’emergenza economica permanente e della governabilità, gli spazi di riflessione pubblica sono stati sacrificati al primato di un decisionismo improvvisato.
Non il ventennio berlusconiano ci ha consegnati a questa situazione, ma un processo materiale in corso dalla fine degli anni Settanta: una riscossa dei ceti proprietari che ha portato a una redistribuzione verso l’alto della ricchezza nazionale, alla frantumazione e precarizzazione del lavoro, allo smantellamento dei diritti economici e sociali dei più deboli. Intanto, nell’alveo del neoliberalismo trionfante, si diffondeva un clima culturale dai tratti marcatamente individualistici e competitivi. Mentre dalle arti figurative alla filosofia, dalla storia alle scienze umane, il postmodernismo dilagava, delegittimando i fondamenti e i valori della modernità.
La sinistra è stata il principale agente responsabile di questa devastazione. Schiantata dalla caduta del Muro di Berlino, non è riuscita a rinnovarsi salvaguardando i propri ideali e si è fatta sempre più simile alla destra. Per ricostruire una sinistra autentica, per riconquistare la democrazia e una vasta mediazione sociale, dovremo smettere di limitare il nostro orizzonte concettuale alla mera riduzione del danno e riscoprire il conflitto. Nata per formalizzare la lotta di classe, senza questa lotta la democrazia muore.
Stefano G. Azzarà (Messina, 1970) insegna Storia della filosofia politica all’Università di Urbino. È anche segretario alla Presidenza della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx für dialektisches Denken. Tra i suoi lavori, oltre a numerosi saggi e articoli, i libri Pensare la rivoluzione conservatrice (2004), L’imperialismo dei diritti universali (2011), Un Nietzsche italiano (2011), L’humanité commune (2012).
Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Mutamenti imponenti hanno favorito una forma neobonapartistica e ipermediatica di potere carismatico e hanno relegato molti cittadini nell’astensionismo o nella protesta rabbiosa. In nome dell’emergenza economica permanente e della governabilità, gli spazi di riflessione pubblica sono stati sacrificati al primato di un decisionismo improvvisato.
Non il ventennio berlusconiano ci ha consegnati a questa situazione, ma un processo materiale in corso dalla fine degli anni Settanta: una riscossa dei ceti proprietari che ha portato a una redistribuzione verso l’alto della ricchezza nazionale, alla frantumazione e precarizzazione del lavoro, allo smantellamento dei diritti economici e sociali dei più deboli. Intanto, nell’alveo del neoliberalismo trionfante, si diffondeva un clima culturale dai tratti marcatamente individualistici e competitivi. Mentre dalle arti figurative alla filosofia, dalla storia alle scienze umane, il postmodernismo dilagava, delegittimando i fondamenti e i valori della modernità.
La sinistra è stata il principale agente responsabile di questa devastazione. Schiantata dalla caduta del Muro di Berlino, non è riuscita a rinnovarsi salvaguardando i propri ideali e si è fatta sempre più simile alla destra. Per ricostruire una sinistra autentica, per riconquistare la democrazia e una vasta mediazione sociale, dovremo smettere di limitare il nostro orizzonte concettuale alla mera riduzione del danno e riscoprire il conflitto. Nata per formalizzare la lotta di classe, senza questa lotta la democrazia muore.
Stefano G. Azzarà (Messina, 1970) insegna Storia della filosofia politica all’Università di Urbino. È anche segretario alla Presidenza della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx für dialektisches Denken. Tra i suoi lavori, oltre a numerosi saggi e articoli, i libri Pensare la rivoluzione conservatrice (2004), L’imperialismo dei diritti universali (2011), Un Nietzsche italiano (2011), L’humanité commune (2012).