Author: | Erik Larson | ISBN: | 9788854506374 |
Publisher: | Neri Pozza | Publication: | July 13, 2012 |
Imprint: | Neri Pozza | Language: | Italian |
Author: | Erik Larson |
ISBN: | 9788854506374 |
Publisher: | Neri Pozza |
Publication: | July 13, 2012 |
Imprint: | Neri Pozza |
Language: | Italian |
Questo libro narra della storia vera di William E. Dodd e di sua figlia Martha, un padre e una giovane donna americani che si ritrovano improvvisamente trapiantati dalla loro accogliente casa di Chicago nel cuore della Berlino nazista del 1934. Sessantaquattro anni, snello, gli occhi grigio-azzurri e i capelli castano chiaro, nel 1933 William E. Dodd è un rispettabile professore di storia all’università di Chicago, con una certa notorietà per i suoi scritti sul Sud degli Stati Uniti e la sua biografia di Woodrow Wilson. Fervente democratico jeffersoniano, a suo agio soltanto negli ambienti frugali della sua piccola fattoria di campagna, Dodd ha una moglie, Mattie, e due figli: William Jr – Bill – e Martha, la prediletta. Ventiquattro anni, i capelli biondi, gli occhi azzurri e un sorriso radioso, Martha ha un’immaginazione venata di romanticismo e un atteggiamento cosí civettuolo, da avere già acceso la passione in molti uomini. La vita di questa famiglia americana, a detta di tutti felice e unita, muta radicalmente nel giugno del 1933. Mentre siede alla sua scrivania all’università, Dodd riceve una telefonata da Franklin Delano Roosvelt, il presidente degli Stati Uniti, che gli annuncia la sua intenzione di nominarlo a capo della rappresentanza diplomatica americana a Berlino. Dodd è tutto fuorché il candidato modello per un simile incarico. Non è ricco, non è politicamente influente e non appartiene nemmeno alla cerchia degli amici di Roosvelt. Certo, ha conseguito un dottorato a Lipsia e conosce il tedesco, ma nulla piú. Tuttavia, per Roosvelt è un ambasciatore perfetto per un paese che, tra la crisi economica dilagante e un altro rovinoso anno di siccità, rappresenta per l’America soltanto una seccatura: la seccatura di un miliardo e duecentomila dollari, debito che Berlino ha contratto con gli Stati Uniti, e che Hitler si mostra sempre meno propenso a voler saldare. Ed è cosí che, al loro arrivo, William e Martha Dodd si ritrovano ad attraversare una città addobbata di immensi stendardi rossi, bianchi e neri; a sedere negli stessi caffè all’aperto frequentati dalle SS in uniforme nera; a passare davanti a case con balconi traboccanti di gerani rossi; a fare acquisti nei giganteschi empori della città, a organizzare tè, aspirare le fragranze primaverili del Tiergarten, il parco principale di Berlino; ad avere rapporti sociali con Goebbels e Göring, in compagnia dei quali cenare, danzare e divertirsi allegramente; finché, alla fine del 1934, accade un evento che smaschera la vera natura di Hitler e del potere a Berlino, la grande e nobile città che agli occhi di padre e figlia si svela per la prima volta come un immenso Tiergarten, un giardino delle bestie.
Questo libro narra della storia vera di William E. Dodd e di sua figlia Martha, un padre e una giovane donna americani che si ritrovano improvvisamente trapiantati dalla loro accogliente casa di Chicago nel cuore della Berlino nazista del 1934. Sessantaquattro anni, snello, gli occhi grigio-azzurri e i capelli castano chiaro, nel 1933 William E. Dodd è un rispettabile professore di storia all’università di Chicago, con una certa notorietà per i suoi scritti sul Sud degli Stati Uniti e la sua biografia di Woodrow Wilson. Fervente democratico jeffersoniano, a suo agio soltanto negli ambienti frugali della sua piccola fattoria di campagna, Dodd ha una moglie, Mattie, e due figli: William Jr – Bill – e Martha, la prediletta. Ventiquattro anni, i capelli biondi, gli occhi azzurri e un sorriso radioso, Martha ha un’immaginazione venata di romanticismo e un atteggiamento cosí civettuolo, da avere già acceso la passione in molti uomini. La vita di questa famiglia americana, a detta di tutti felice e unita, muta radicalmente nel giugno del 1933. Mentre siede alla sua scrivania all’università, Dodd riceve una telefonata da Franklin Delano Roosvelt, il presidente degli Stati Uniti, che gli annuncia la sua intenzione di nominarlo a capo della rappresentanza diplomatica americana a Berlino. Dodd è tutto fuorché il candidato modello per un simile incarico. Non è ricco, non è politicamente influente e non appartiene nemmeno alla cerchia degli amici di Roosvelt. Certo, ha conseguito un dottorato a Lipsia e conosce il tedesco, ma nulla piú. Tuttavia, per Roosvelt è un ambasciatore perfetto per un paese che, tra la crisi economica dilagante e un altro rovinoso anno di siccità, rappresenta per l’America soltanto una seccatura: la seccatura di un miliardo e duecentomila dollari, debito che Berlino ha contratto con gli Stati Uniti, e che Hitler si mostra sempre meno propenso a voler saldare. Ed è cosí che, al loro arrivo, William e Martha Dodd si ritrovano ad attraversare una città addobbata di immensi stendardi rossi, bianchi e neri; a sedere negli stessi caffè all’aperto frequentati dalle SS in uniforme nera; a passare davanti a case con balconi traboccanti di gerani rossi; a fare acquisti nei giganteschi empori della città, a organizzare tè, aspirare le fragranze primaverili del Tiergarten, il parco principale di Berlino; ad avere rapporti sociali con Goebbels e Göring, in compagnia dei quali cenare, danzare e divertirsi allegramente; finché, alla fine del 1934, accade un evento che smaschera la vera natura di Hitler e del potere a Berlino, la grande e nobile città che agli occhi di padre e figlia si svela per la prima volta come un immenso Tiergarten, un giardino delle bestie.