Author: | Aa. Vv. | ISBN: | 9788851135546 |
Publisher: | UTET | Publication: | May 18, 2016 |
Imprint: | UTET | Language: | Italian |
Author: | Aa. Vv. |
ISBN: | 9788851135546 |
Publisher: | UTET |
Publication: | May 18, 2016 |
Imprint: | UTET |
Language: | Italian |
È difficile rimanere insensibili di fronte al mosaico di testimonianze spirituali raccolto in questo libro. A parlare sono gli ultimi rappresentanti di tradizioni millenarie che, nei primi decenni del Novecento, ormai consumato quello che a tutti gli effetti fu un genocidio, rischiavano di venire cancellate per sempre dalla memoria dell’umanità. Ogni tribù possiede i suoi riti, le sue preghiere, i suoi sistemi di purificazione. Eppure il Cosmo degli Indiani d’America ci appare come un grande edificio metafisico dotato di una sua luminosa coerenza logica e fantastica. La prima caratteristica che balza agli occhi di questa visione del mondo è un sentimento profondo dell’unità di tutto ciò che esiste. Tra ciò che può essere direttamente percepito dai sensi e le verità della fede non esiste nessun abisso, ma un’infinità di risonanze, e i vecchi miti sono ancora vivi per chi è capace di riconoscere in quelle storie il prototipo e il modello ripetuti all’infinito dalla vita dei mortali. Un ruolo di eccezionale importanza nella vita della comunità è assegnato allo sciamano, o “uomo-medicina”, che fin dall’infanzia ha maturato in sé una vocazione imperiosa e irresistibile, confermata da innumerevoli prodigi. La “seconda vista” e tutti gli altri poteri magici, dalla previsione del futuro alla cura delle malattie, sono un dono naturale, ma uno sciamano potrà dirsi tale solo al termine di un complesso periodo di iniziazione. Quello che si apre ai suoi occhi è un universo solidale e interconnesso come un’immensa tela di ragno, dove tutto ciò che è vivo partecipa del medesimo destino.
È difficile rimanere insensibili di fronte al mosaico di testimonianze spirituali raccolto in questo libro. A parlare sono gli ultimi rappresentanti di tradizioni millenarie che, nei primi decenni del Novecento, ormai consumato quello che a tutti gli effetti fu un genocidio, rischiavano di venire cancellate per sempre dalla memoria dell’umanità. Ogni tribù possiede i suoi riti, le sue preghiere, i suoi sistemi di purificazione. Eppure il Cosmo degli Indiani d’America ci appare come un grande edificio metafisico dotato di una sua luminosa coerenza logica e fantastica. La prima caratteristica che balza agli occhi di questa visione del mondo è un sentimento profondo dell’unità di tutto ciò che esiste. Tra ciò che può essere direttamente percepito dai sensi e le verità della fede non esiste nessun abisso, ma un’infinità di risonanze, e i vecchi miti sono ancora vivi per chi è capace di riconoscere in quelle storie il prototipo e il modello ripetuti all’infinito dalla vita dei mortali. Un ruolo di eccezionale importanza nella vita della comunità è assegnato allo sciamano, o “uomo-medicina”, che fin dall’infanzia ha maturato in sé una vocazione imperiosa e irresistibile, confermata da innumerevoli prodigi. La “seconda vista” e tutti gli altri poteri magici, dalla previsione del futuro alla cura delle malattie, sono un dono naturale, ma uno sciamano potrà dirsi tale solo al termine di un complesso periodo di iniziazione. Quello che si apre ai suoi occhi è un universo solidale e interconnesso come un’immensa tela di ragno, dove tutto ciò che è vivo partecipa del medesimo destino.