Mentre in Occidente fiorivano Umanesimo e Rinascimento, nei Balcani e nei territori dell'Impero bizantino ormai al tramonto si diffondeva il timore dei morti che uscivano dai sepolcri per perseguitare i viventi; più tardi, nel momento in cui a Versailles si celebravano i fasti del Re Sole, i suoi inviati in Grecia riferivano di roghi accesi nelle isole dell'Egeo per sbarazzarsi di cadaveri che gettavano nel terrore interi villaggi. Il libro, che poggia su una ricca base documentaria, illustra lo sviluppo delle credenze vampiriche nel medioevo bizantino e slavo ricercandone i primordi nell'antichità e seguendone le tracce, che intersecano quelle dell'eresia e della storia della Chiesa, fino all'epoca moderna. L'analisi di queste voci antiche permette così di comporre una avvincente "archeologia del vampiro".
Mentre in Occidente fiorivano Umanesimo e Rinascimento, nei Balcani e nei territori dell'Impero bizantino ormai al tramonto si diffondeva il timore dei morti che uscivano dai sepolcri per perseguitare i viventi; più tardi, nel momento in cui a Versailles si celebravano i fasti del Re Sole, i suoi inviati in Grecia riferivano di roghi accesi nelle isole dell'Egeo per sbarazzarsi di cadaveri che gettavano nel terrore interi villaggi. Il libro, che poggia su una ricca base documentaria, illustra lo sviluppo delle credenze vampiriche nel medioevo bizantino e slavo ricercandone i primordi nell'antichità e seguendone le tracce, che intersecano quelle dell'eresia e della storia della Chiesa, fino all'epoca moderna. L'analisi di queste voci antiche permette così di comporre una avvincente "archeologia del vampiro".