Author: | David Peace | ISBN: | 9788865762882 |
Publisher: | Il Saggiatore | Publication: | February 21, 2013 |
Imprint: | Il Saggiatore | Language: | Italian |
Author: | David Peace |
ISBN: | 9788865762882 |
Publisher: | Il Saggiatore |
Publication: | February 21, 2013 |
Imprint: | Il Saggiatore |
Language: | Italian |
«Se chiudi gli occhi davanti a qualcosa di spaventoso, finirai per avere sempre paura.» L’ammonizione riecheggia nell’ultimo racconto di questa trilogia, mentre gli occhi del protagonista registrano le immagini di una città annientata dal terremoto. David Peace non distoglie lo sguardo davanti all’orrore, lo affronta nell’unico modo a lui possibile: senza nascondere niente. E porta alla luce tre storie concepite dal cuore nero del Giappone, sua patria adottiva. La parola scritta di Peace disseziona la cronaca, fatta di sangue detriti pioggia corpi, e la trasforma in scrittura. Precisa, incalzante, ipnotica. Il male che si agita sotto una superficie in apparenza serena è il filo conduttore dei tre racconti che narrano di crimini realmente commessi («L’anno del maiale» e «M») e del grande terremoto del Kanto del 1923, che sembra annunciare lo tsunami del marzo 2011 («Dopo il disastro, prima del disastro»). Gli assassini a caccia di giovani donne e le scosse sismiche che trasformano Tokyo in una distesa di morte sono fatti della stessa materia incomprensibile e inaccettabile che solo la narrazione può esorcizzare. E la letteratura stessa sembra essere il rifugio di vittime e carnefici, il solo luogo di redenzione o di pace, nel quale Peace ci precipita con il suo verso sincopato e gelido, ma al tempo stesso partecipe e pietoso nei confronti degli esseri umani e di un paese in perenne ostaggio dei suoi demoni e della natura.
«Se chiudi gli occhi davanti a qualcosa di spaventoso, finirai per avere sempre paura.» L’ammonizione riecheggia nell’ultimo racconto di questa trilogia, mentre gli occhi del protagonista registrano le immagini di una città annientata dal terremoto. David Peace non distoglie lo sguardo davanti all’orrore, lo affronta nell’unico modo a lui possibile: senza nascondere niente. E porta alla luce tre storie concepite dal cuore nero del Giappone, sua patria adottiva. La parola scritta di Peace disseziona la cronaca, fatta di sangue detriti pioggia corpi, e la trasforma in scrittura. Precisa, incalzante, ipnotica. Il male che si agita sotto una superficie in apparenza serena è il filo conduttore dei tre racconti che narrano di crimini realmente commessi («L’anno del maiale» e «M») e del grande terremoto del Kanto del 1923, che sembra annunciare lo tsunami del marzo 2011 («Dopo il disastro, prima del disastro»). Gli assassini a caccia di giovani donne e le scosse sismiche che trasformano Tokyo in una distesa di morte sono fatti della stessa materia incomprensibile e inaccettabile che solo la narrazione può esorcizzare. E la letteratura stessa sembra essere il rifugio di vittime e carnefici, il solo luogo di redenzione o di pace, nel quale Peace ci precipita con il suo verso sincopato e gelido, ma al tempo stesso partecipe e pietoso nei confronti degli esseri umani e di un paese in perenne ostaggio dei suoi demoni e della natura.