Author: | Pietro Citati, Flavio De Bernardinis, Carlo Della Corte, Paolo Fabbri, Federico Fellini, Pietro Grasso, Fiammetta Profili, Tiziano Rizzo, Emilio Sala, Karl Alfred Wolken, Sergio Zavoli | ISBN: | 9788849249514 |
Publisher: | Gangemi editore | Publication: | January 14, 2018 |
Imprint: | Gangemi Editore | Language: | Italian |
Author: | Pietro Citati, Flavio De Bernardinis, Carlo Della Corte, Paolo Fabbri, Federico Fellini, Pietro Grasso, Fiammetta Profili, Tiziano Rizzo, Emilio Sala, Karl Alfred Wolken, Sergio Zavoli |
ISBN: | 9788849249514 |
Publisher: | Gangemi editore |
Publication: | January 14, 2018 |
Imprint: | Gangemi Editore |
Language: | Italian |
Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016, con molti documenti inediti anche di Fellini – lettere, disegni, foto, testi da archivi e collezioni private – celebra quarant'anni dell'opera dove il regista affronta le sue ombre più profonde. Il film ispirato ai Mémoires dello scrittore veneto, non è una ricostruzione del Settecento alla Kubrick, che lo stesso anno gira Barry Lindon. Ma Fellini dipinge comunque un mirabile quadro della disfatta dell'Illuminismo alla vigilia della Rivoluzione. Simenon lo definí «Il più bell'affresco della storia del cinema» e «una vera e propria psicanalisi dell'umanità». È «un tuffo vertiginoso nelle profondità umane». La figura di Casanova vi incarna sia il rischio dell'artista, sia il rovescio della medaglia dei pregi dell'italiano proiettati nell'attualità. «Il ritratto psicologico dell'artista» che recita sempre una parte in preda alla vertigine del vuoto, si fonde con la mediocrità elevata ad eccellenza e con la compulsione sessuale del seduttore per antonomasia, perfino del vitellone attaccato a un piacere adolescenziale: un edonismo poi, di civiltà dei consumi. Allo specchio del personaggio, Fellini vede l'archetipo di se stesso e dell'italiano tipico. Ha paura del Pinocchio che non diventa mai uomo, del «baco da seta che si agita ... freneticamente nel suo bozzolo, non diviene mai farfalla». Teme la categoria rozza del fascista come essere collettivo soddisfatto di sé, che ha sperimentato nell'adolescenza. Ne conosce il pericolo sul piano spirituale, artistico, sociale: «l'approssimazione, l'indifferenziato, i luoghi comuni, il convenzionale, la facciata». Casanova diventa un mito perché «è proprio il vuoto, un universalismo senza senso: la Poesia, la Donna, l'Animo femminile, la Scienza, le Arti... una totale mancanza di individualità». L'angoscia dello specchio profetizza perfino l'incomprensione che riguarderà la sua arte. Ma Fellini vince. L'ultimo grado di abiezione del vecchio Casanova deriso, con il sogno sul ghiaccio, attinge la profondità del pathos tragico. Cinque Oscar hanno coronato la carriera di Federico Fellini (Rimini 1920 – Roma 1993), che tra i suoi ventiquattro film annovera Casanova (1976) come acme del trittico autobiografico che comprende Roma (1972) e Amarcord (1973). Questo volume, aumentato di testi nuovi e in forma riveduta, riproduce gli Atti del Convegno e della Mostra “Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016”, promossi dal Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivio storico del Senato, Sergio Zavoli; convegno curato da Gérald Morin e Rosita Copioli e mostra allestita da Françoise e Gérald Morin dedicata a Federico Fellini in occasione dei quaranta anni dall'uscita del film Casanova in Italia. Roma, Biblioteca del Senato, 6-21 dicembre 2016. Nel volume, interventi di Pietro Citati, Rosita Copioli, Flavio De Bernardinis, Carlo Della Corte, Paolo Fabbri, Federico Fellini, Pietro Grasso, Gérald Morin, Fiammetta Profili, Emilio Sala, Tiziano Rizzo, Karl Alfred Wolken, Sergio Zavoli.
Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016, con molti documenti inediti anche di Fellini – lettere, disegni, foto, testi da archivi e collezioni private – celebra quarant'anni dell'opera dove il regista affronta le sue ombre più profonde. Il film ispirato ai Mémoires dello scrittore veneto, non è una ricostruzione del Settecento alla Kubrick, che lo stesso anno gira Barry Lindon. Ma Fellini dipinge comunque un mirabile quadro della disfatta dell'Illuminismo alla vigilia della Rivoluzione. Simenon lo definí «Il più bell'affresco della storia del cinema» e «una vera e propria psicanalisi dell'umanità». È «un tuffo vertiginoso nelle profondità umane». La figura di Casanova vi incarna sia il rischio dell'artista, sia il rovescio della medaglia dei pregi dell'italiano proiettati nell'attualità. «Il ritratto psicologico dell'artista» che recita sempre una parte in preda alla vertigine del vuoto, si fonde con la mediocrità elevata ad eccellenza e con la compulsione sessuale del seduttore per antonomasia, perfino del vitellone attaccato a un piacere adolescenziale: un edonismo poi, di civiltà dei consumi. Allo specchio del personaggio, Fellini vede l'archetipo di se stesso e dell'italiano tipico. Ha paura del Pinocchio che non diventa mai uomo, del «baco da seta che si agita ... freneticamente nel suo bozzolo, non diviene mai farfalla». Teme la categoria rozza del fascista come essere collettivo soddisfatto di sé, che ha sperimentato nell'adolescenza. Ne conosce il pericolo sul piano spirituale, artistico, sociale: «l'approssimazione, l'indifferenziato, i luoghi comuni, il convenzionale, la facciata». Casanova diventa un mito perché «è proprio il vuoto, un universalismo senza senso: la Poesia, la Donna, l'Animo femminile, la Scienza, le Arti... una totale mancanza di individualità». L'angoscia dello specchio profetizza perfino l'incomprensione che riguarderà la sua arte. Ma Fellini vince. L'ultimo grado di abiezione del vecchio Casanova deriso, con il sogno sul ghiaccio, attinge la profondità del pathos tragico. Cinque Oscar hanno coronato la carriera di Federico Fellini (Rimini 1920 – Roma 1993), che tra i suoi ventiquattro film annovera Casanova (1976) come acme del trittico autobiografico che comprende Roma (1972) e Amarcord (1973). Questo volume, aumentato di testi nuovi e in forma riveduta, riproduce gli Atti del Convegno e della Mostra “Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016”, promossi dal Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l'Archivio storico del Senato, Sergio Zavoli; convegno curato da Gérald Morin e Rosita Copioli e mostra allestita da Françoise e Gérald Morin dedicata a Federico Fellini in occasione dei quaranta anni dall'uscita del film Casanova in Italia. Roma, Biblioteca del Senato, 6-21 dicembre 2016. Nel volume, interventi di Pietro Citati, Rosita Copioli, Flavio De Bernardinis, Carlo Della Corte, Paolo Fabbri, Federico Fellini, Pietro Grasso, Gérald Morin, Fiammetta Profili, Emilio Sala, Tiziano Rizzo, Karl Alfred Wolken, Sergio Zavoli.