Il castello Ruffo di Scilla

Da monastero-fortezza a residenza feudale a forte miliare

Nonfiction, Art & Architecture, Architecture, Public, Commercial, or Industrial Buildings, History
Cover of the book Il castello Ruffo di Scilla by Maria Fiorillo, Gangemi Editore
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Author: Maria Fiorillo ISBN: 9788849201673
Publisher: Gangemi Editore Publication: March 20, 2016
Imprint: Gangemi Editore Language: Italian
Author: Maria Fiorillo
ISBN: 9788849201673
Publisher: Gangemi Editore
Publication: March 20, 2016
Imprint: Gangemi Editore
Language: Italian

Tra le tante rocche calabresi, il castello di Scilla è quello che assume un valore particolare, in quanto da Omero in poi, miti e leggende hanno fatto del luogo, punto chiave dello Stretto di Messina, un nome noto nel mondo. Acquistato nel 1533 da Paolo Ruffo Conte di Sinopoli, prende il nome da questa importante famiglia, che vi risiede fino alla caduta del feudalesimo. Anche se oggi poco vi rimane dei Ruffo - essenzialmente la lapide con la data 1543 sopra il portone d’ingresso immessa a memoria della ristrutturazione operata da Paolo, e lo scalone a rampe cordonate che conduce al piazzale superiore, il castello, già monastero-fortezza, acquista importanza nella sua fase di residenza feudale, che dura fino agli inizi dell’800, quando viene trasformato in forte militare ed è realizzato il corpo delle batterie che modifica l’originario fronte bastionato. La lettura dell’impianto attuata per i vari periodi storici consente anche di ricostruire l’organizzazione della difesa territoriale che faceva capo al castello, in rapporto ai borghi sviluppatisi intorno e all’ubicazione dei tre conventi edificati dai Ruffo. Le tavole alla fine del volume, alle quali rimanda il testo, si pongono anche come momenti di sintesi autonome nella lettura, in un percorso che consente ricostruire e leggere le complesse fasi evolutive del castello, spessissimo ricordato nei testi, ma mai studiato a fondo attraverso la lettura dei documenti d’archivio e iconografici e attraverso un attento riscontro in situ, che ha consentito di ricostruirne le fasi costruttive e di riconoscere e attribuire un significato agli scarsi resti conservati nell’attuale complesso.

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Tra le tante rocche calabresi, il castello di Scilla è quello che assume un valore particolare, in quanto da Omero in poi, miti e leggende hanno fatto del luogo, punto chiave dello Stretto di Messina, un nome noto nel mondo. Acquistato nel 1533 da Paolo Ruffo Conte di Sinopoli, prende il nome da questa importante famiglia, che vi risiede fino alla caduta del feudalesimo. Anche se oggi poco vi rimane dei Ruffo - essenzialmente la lapide con la data 1543 sopra il portone d’ingresso immessa a memoria della ristrutturazione operata da Paolo, e lo scalone a rampe cordonate che conduce al piazzale superiore, il castello, già monastero-fortezza, acquista importanza nella sua fase di residenza feudale, che dura fino agli inizi dell’800, quando viene trasformato in forte militare ed è realizzato il corpo delle batterie che modifica l’originario fronte bastionato. La lettura dell’impianto attuata per i vari periodi storici consente anche di ricostruire l’organizzazione della difesa territoriale che faceva capo al castello, in rapporto ai borghi sviluppatisi intorno e all’ubicazione dei tre conventi edificati dai Ruffo. Le tavole alla fine del volume, alle quali rimanda il testo, si pongono anche come momenti di sintesi autonome nella lettura, in un percorso che consente ricostruire e leggere le complesse fasi evolutive del castello, spessissimo ricordato nei testi, ma mai studiato a fondo attraverso la lettura dei documenti d’archivio e iconografici e attraverso un attento riscontro in situ, che ha consentito di ricostruirne le fasi costruttive e di riconoscere e attribuire un significato agli scarsi resti conservati nell’attuale complesso.

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