Author: | Mariano Castello | ISBN: | 9788884497048 |
Publisher: | Editrice Veneta | Publication: | September 24, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Mariano Castello |
ISBN: | 9788884497048 |
Publisher: | Editrice Veneta |
Publication: | September 24, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
E’ un libro di quelli che si leggono d’un fiato questo “S-ciao”, raccolta di storie vicentine, come recita il sottotitolo, che raccontano com’era la vita una sessantina d’anni fa, in un mondo in cui ancora città e campagna si confondevano, in cui a dettare le regole erano la natura e il susseguirsi delle stagioni, in cui i bambini erano bambini, i genitori facevano i genitori, le autorità erano autorevoli e guai anche solo sognarsi di perdere messa o dire una parola sbagliata alla maestra.
I racconti più che di nostalgia - che, anzi, è quasi assente - sono intrisi di ironia e divertimento. Divertimento degli stessi personaggi nel vivere le avventure, ma soprattutto divertimento dell’autore nel raccontarle, in prima persona, pescando nei ricordi di bambino e restituendo la sincerità e l’acutezza tipiche dell’infanzia. In questo senso perfetti esempi sono “L’amico degli animali”, sulla famiglia riunita davanti alla tv a guardare uno dei primi programmi divulgativi della Rai, oppure “Allora saria tutto un s-ciafonamento”, sui dubbi del padre circa il detto “porgi l’altra guancia”. Non sono esattamente “bei tempi andati” quelli che descrive, quanto piuttosto una strana età dell’oro, in cui la vita era - o forse sembrava - più semplice, le necessità non diventavano pretese, il mondo fuori dal paese sembrava lontanissimo e anche una cosa semplice come andare al ristorante a Thiene (da Schio!) veniva vissuta come un’avventura epica.
E’ un libro di quelli che si leggono d’un fiato questo “S-ciao”, raccolta di storie vicentine, come recita il sottotitolo, che raccontano com’era la vita una sessantina d’anni fa, in un mondo in cui ancora città e campagna si confondevano, in cui a dettare le regole erano la natura e il susseguirsi delle stagioni, in cui i bambini erano bambini, i genitori facevano i genitori, le autorità erano autorevoli e guai anche solo sognarsi di perdere messa o dire una parola sbagliata alla maestra.
I racconti più che di nostalgia - che, anzi, è quasi assente - sono intrisi di ironia e divertimento. Divertimento degli stessi personaggi nel vivere le avventure, ma soprattutto divertimento dell’autore nel raccontarle, in prima persona, pescando nei ricordi di bambino e restituendo la sincerità e l’acutezza tipiche dell’infanzia. In questo senso perfetti esempi sono “L’amico degli animali”, sulla famiglia riunita davanti alla tv a guardare uno dei primi programmi divulgativi della Rai, oppure “Allora saria tutto un s-ciafonamento”, sui dubbi del padre circa il detto “porgi l’altra guancia”. Non sono esattamente “bei tempi andati” quelli che descrive, quanto piuttosto una strana età dell’oro, in cui la vita era - o forse sembrava - più semplice, le necessità non diventavano pretese, il mondo fuori dal paese sembrava lontanissimo e anche una cosa semplice come andare al ristorante a Thiene (da Schio!) veniva vissuta come un’avventura epica.