Author: | GIUSEPPE CHIARINI | ISBN: | 1230003305515 |
Publisher: | NICCIA | Publication: | July 2, 2019 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | GIUSEPPE CHIARINI |
ISBN: | 1230003305515 |
Publisher: | NICCIA |
Publication: | July 2, 2019 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
UGO FOSCOLO
(1778-1827)
CONFERENZA
DI
Giuseppe Chiarini.
DAL LIBRO: Ugo stesso quando, mortogli nel 1788 il padre, si condusse con la madre e il rimanente della famiglia a Venezia, era (e rimase sempre) un po' selvaggio anche lui. Qualche anno innanzi, a Spalatro, dove suo padre era stato ufficiale sanitario dal 1784 in poi, avea fatto la scuola di Umanità. Dove e come proseguisse gli studi a Venezia, s'ignora; ma che quivi la giovinezza sua fosse tutta negli studi, lo mostrano i ricordi ch'egli stesso ne lasciò fra le sue carte, e i versi che compose fra i quattordici e i diciannove anni, dal 1792 al '97.
Da quei ricordi e da quei versi balza fuori, piena di ardore, la figura del greco giovinetto, assetato di gloria, smanioso di farsi conoscere, di far parlare di sè. E Venezia era campo propizio a quelle giovanili ambizioni.
Quando egli arrivò là con la madre, la famiglia era così povera, che andò ad abitare in una delle contrade più sudicie della città, e non si cibava d'altro che di pane e riso.
«La casa, o per dir meglio catapecchia, scrive Mario Pieri, ove si alluogò, era sì miserabile che nelle finestre non avea vetri, ma bensì le impannate. Quel giovane per altro (è sempre il Pieri che parla) ben lontano dal lasciarsi avvilire a quella intollerabile povertà, scherzava, potrebbesi dire, con essa, e sfidavala, e quasi se ne compiaceva, superbo del proprio talento, e consolato dalla speranza di gloria che i suoi studi gli promettevano.»
UGO FOSCOLO
(1778-1827)
CONFERENZA
DI
Giuseppe Chiarini.
DAL LIBRO: Ugo stesso quando, mortogli nel 1788 il padre, si condusse con la madre e il rimanente della famiglia a Venezia, era (e rimase sempre) un po' selvaggio anche lui. Qualche anno innanzi, a Spalatro, dove suo padre era stato ufficiale sanitario dal 1784 in poi, avea fatto la scuola di Umanità. Dove e come proseguisse gli studi a Venezia, s'ignora; ma che quivi la giovinezza sua fosse tutta negli studi, lo mostrano i ricordi ch'egli stesso ne lasciò fra le sue carte, e i versi che compose fra i quattordici e i diciannove anni, dal 1792 al '97.
Da quei ricordi e da quei versi balza fuori, piena di ardore, la figura del greco giovinetto, assetato di gloria, smanioso di farsi conoscere, di far parlare di sè. E Venezia era campo propizio a quelle giovanili ambizioni.
Quando egli arrivò là con la madre, la famiglia era così povera, che andò ad abitare in una delle contrade più sudicie della città, e non si cibava d'altro che di pane e riso.
«La casa, o per dir meglio catapecchia, scrive Mario Pieri, ove si alluogò, era sì miserabile che nelle finestre non avea vetri, ma bensì le impannate. Quel giovane per altro (è sempre il Pieri che parla) ben lontano dal lasciarsi avvilire a quella intollerabile povertà, scherzava, potrebbesi dire, con essa, e sfidavala, e quasi se ne compiaceva, superbo del proprio talento, e consolato dalla speranza di gloria che i suoi studi gli promettevano.»