Author: | Ivan Gončarov | ISBN: | 9788864119717 |
Publisher: | Fazi Editore | Publication: | February 28, 2013 |
Imprint: | Fazi Editore | Language: | Italian |
Author: | Ivan Gončarov |
ISBN: | 9788864119717 |
Publisher: | Fazi Editore |
Publication: | February 28, 2013 |
Imprint: | Fazi Editore |
Language: | Italian |
Una storia comune racconta le vicende di Aleksandr Aduev, un giovane romantico e sognatore che si trasferisce dalla provincia, dove la madre lo ha sempre coccolato, a San Pietroburgo a casa dello zio Pjotr, un pragmatico capitalista sposato con Lizaveta Aleksandrovna, una bellissima donna molto più giovane. Aleksandr crede nell’amore eterno, nell’amicizia indissolubile e soprattutto si reputa un grande poeta. Lo zio, uno dei caratteri più indimenticabili della letteratura di sempre, cerca di orientarlo verso una visione più realistica della vita. Il romanzo è una vicenda umoristica travolgente, una narrazione serrata intorno allo scontro di due mondi che sembrano in apparenza irriducibili. Il registro di Gončarov è la comicità: un’intelligenza che nasce da Puškin e continua in Gogol’ e negli altri grandi del suo tempo. Gončarov è il maestro di una verità che spesso dimentichiamo: la vita deve continuare a nutrirci con qualcosa di intangibile, qualcosa che soltanto il riso sa conservare nell’assurda idiozia delle nostre azioni. Scritto in prosa e versi e pubblicato nel 1847, è il primo libro di una trilogia (a cui seguono il celebre Oblomov e Il burrone). Dimenticato per oltre un secolo a causa della sua mancanza di impegno politico e sociale, il libro viene oggi riscoperto come un grande capolavoro della letteratura russa dell’Ottocento, al pari dei grandi Tolstoj, Dostoevskij, Leskov e Gogol’. «Solo con se stesso l’uomo si vede come in uno specchio: soltanto allora impara ad avere fede nella grandezza e nella dignità umana». «Una delizia, leggetelo tutti». Lev Tolstoj
Una storia comune racconta le vicende di Aleksandr Aduev, un giovane romantico e sognatore che si trasferisce dalla provincia, dove la madre lo ha sempre coccolato, a San Pietroburgo a casa dello zio Pjotr, un pragmatico capitalista sposato con Lizaveta Aleksandrovna, una bellissima donna molto più giovane. Aleksandr crede nell’amore eterno, nell’amicizia indissolubile e soprattutto si reputa un grande poeta. Lo zio, uno dei caratteri più indimenticabili della letteratura di sempre, cerca di orientarlo verso una visione più realistica della vita. Il romanzo è una vicenda umoristica travolgente, una narrazione serrata intorno allo scontro di due mondi che sembrano in apparenza irriducibili. Il registro di Gončarov è la comicità: un’intelligenza che nasce da Puškin e continua in Gogol’ e negli altri grandi del suo tempo. Gončarov è il maestro di una verità che spesso dimentichiamo: la vita deve continuare a nutrirci con qualcosa di intangibile, qualcosa che soltanto il riso sa conservare nell’assurda idiozia delle nostre azioni. Scritto in prosa e versi e pubblicato nel 1847, è il primo libro di una trilogia (a cui seguono il celebre Oblomov e Il burrone). Dimenticato per oltre un secolo a causa della sua mancanza di impegno politico e sociale, il libro viene oggi riscoperto come un grande capolavoro della letteratura russa dell’Ottocento, al pari dei grandi Tolstoj, Dostoevskij, Leskov e Gogol’. «Solo con se stesso l’uomo si vede come in uno specchio: soltanto allora impara ad avere fede nella grandezza e nella dignità umana». «Una delizia, leggetelo tutti». Lev Tolstoj